
#ilprogetto Io sono ancora io
Io sono ancora io, il progetto che trasforma la testimonianza in speranza
#il progetto Io sono ancora io
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Promuovere consapevolezza e speranza tra i giovani affrontando il cancro
Io sono ancora io, il progetto che trasforma la testimonianza in speranza
Condividere forza e speranza per accompagnare i giovani nel loro percorso di vita e guarigione
“Io, sono ancora io” è un progetto nato dall’incontro tra le esperienze, la sensibilità e l’impegno di Luca Fabbri e Cristian Papa, che hanno trasformato una storia vera e difficilissima in un messaggio collettivo: quando la malattia entra nella vita di un ragazzo, il mondo cambia, ma la persona rimane.
Il progetto nasce da chi ha vissuto sulla pelle la fragilità, la paura, ma anche il coraggio e la dignità di continuare ad essere se stesso, nonostante tutto. Da questa consapevolezza è nata una missione: portare ascolto, prevenzione e presenza nelle scuole, dove i ragazzi vivono, crescono e costruiscono il proprio mondo.
Cosa facciamo?
Con Io sono ancora io portiamo prevenzione, ascolto e presenza direttamente nelle scuole, dove i ragazzi vivono ogni giorno. Allestiamo un vero ambulatorio all’esterno dell’istituto, creando uno spazio in cui gli studenti possono effettuare controlli concreti e immediati, senza formalità e senza sentirsi “pazienti”, ma semplicemente ragazzi che si prendono cura di sé.
Non ci limitiamo però alla parte sanitaria: entriamo nelle classi e parliamo con loro, condividendo storie vere, vissute sulla pelle, che sanno toccare senza traumatizzare e far riflettere senza moralismi. È un dialogo aperto, diretto, in cui i ragazzi capiscono che chiedere aiuto è legittimo, che non devono essere forti da soli, e che qualcuno è lì davvero per ascoltarli.
In ogni scuola costruiamo un momento umano, sincero e autentico, in cui chi partecipa può incontrare professionisti, testimonianze e persone capaci di mettersi accanto, non davanti. Perché a volte basta qualcuno che ti guardi negli occhi e dica “ci sono”, perché un peso diventi più leggero.
Dove e perché?
“Io sono ancora io” porta prevenzione, ascolto e presenza direttamente nei luoghi in cui i giovani vivono, crescono e si formano: scuole superiori e università. Scegliamo di intervenire nei corridoi, nelle aule, nei cortili e negli spazi reali degli studenti, perché crediamo che non debbano essere loro a trovare il coraggio o gli strumenti per venire da noi: siamo noi a raggiungerli nella loro quotidianità.
È proprio lì che si costruisce l’identità, si affrontano sfide nuove, ci si mette alla prova e, spesso, ci si sente soli anche in mezzo a tanti. Un ragazzo può non avere le parole per chiedere aiuto, può creder di non avere il diritto o temere di essere “diverso” se sta male. Portare il progetto dentro scuole e atenei significa creare uno spazio sicuro in cui ciò che normalmente resta silenzioso può finalmente emergere, senza giudizio e senza retorica.
Lo facciamo perché la malattia, la paura o la fragilità possono entrare nella vita di chiunque, anche giovanissimo. E nessuno dovrebbe affrontare certi momenti da solo. A volte basta uno sguardo, una presenza vera, qualcuno che si sieda accanto per cambiare una giornata – o, qualche volta, una vita.
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